Dopo un paio d'anni che mi ero ben guardato dallo scendere nelle viscere della Stazione Termini, l'altro giorno mi sono avventurato nei sotterranei della metro, pensando ingenuamente che dopo 3 anni di lavori di adeguamento della stazione sotterranea, mi sarei trovato davanti non dico allo splendore di certe stazioni della metro parigina o persino madrilegna, ma almeno ad un risultato decoroso.
Sapete in 3 anni cosa hanno fatto? Hanno dato una passata di bianco alle volte costruite nel breve giro di un anno negli anni '30, hanno applicato alle pareti e ai soffitti delle lampade di acciaio inossidabile di foggia e dimensione disparata e stanno ancora istallando le ultime scale mobili.
Alle pareti hanno riproposto il rivestimento di travertino, che tanto è bello nei monumenti di Roma accarezzati dai raggi dorati del sole, tanto è squallido quando è usato negli interni e con le luci al neon.
Volendo a tutti i costi rammentare ai turisti la pietra tradizionale con cui è costruita la città antica, avrebbero almeno potuto abbinarvi delle lampade vagamente "in stile", come è stato fatto egregiamente nell'ala mazzoniana sul lato di via Giolitti. Invece le lampade istallate qui nella loro anonima modernità stridono con l'ubiquitario travertino.
Peraltro sembra che nei corridoi dei livelli più bassi, dove peraltro non sono ancora sceso, abbiano intelligentemente ricoperto le vecchie lastre di travertino con dei pannelli bianchi che danno molta luce all'ambiente e con cui i profilati di acciaio e le lampade hi-tech stanno benissimo.
Ma la cosa imperdonabile è che i progettisti di questo re-styling (che ai contribuenti deve essere costato miliardi, ma che dà l'impressione del pranzo di nozze fatto con i fichi secchi) hanno completamente dimenticato che la fermata "Termini" dellla metro non è una fermata qualunque, ma la fermata della stazione ferroviaria più grande d' Italia e fino a prova contraria alle stazioni dei treni si va con le valigie.
Non potevo credere ai miei occhi vedendo che in corrispondenza di tutti i passaggi di uscita e di ingresso hanno continuato testardamente ad istallare non le velocissime antine di cristalllo, ma quei maledetti tornelli a tre dita di acciaio, che costringono i passeggeri ad incredibili contorsioni corporee per far passare prima le valigie coricate per terra e poi, se ci riescono prima che il tornello giustamente si blocchi, loro stessi.
E badate che questi osceni tornelli a tre dita sono nuovi di zecca, quindi non è che abbiano usato quelli esistenti per risparmiare. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Ma forse qualche parente di qualche dirigente dell'ATAC fabbrica questi tornelli.
Così non potevo credere ai miei occhi vedendo che dappertutto le nuove scale mobili sono "singole" e non due appaiate, per cui in caso di guasto i poveri passeggeri dovrano inerpicare se stessi e le valigie per 100 e più scalini. E non c'è romano che non conosca l'alta frequenza dei guasti delle scale mobili della stazione Termini.
Finisco regalandovi un video sulle annose condizioni dei corridoi sotterranei della stazione del Metro Termini:
http://www.youtube.com/watch?v=EEFslBfrzcs
http://www.youtube.com/watch?v=EEFslBfrzcs
Se volete morire di rabbia per come noi italiani veniamo trattati,
guardate a confronto queste immagini della metropolitana di Mosca (non dimenticate di cliccare il simbolo del piccolo schermo in basso a destra per avere le immagini a tutto schermo senza pubblicità):
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.